Nel secolo scorso è nata come una forma di protesta e vandalismo, per trasformarsi nei primi anni del 2000, in un movimento culturale globale: questo è la street art, o meglio l’Urban art, come l’ha descritta Luca Rossetti agli “Stati generali 2019”.
Una vera e propria forma d’arte, “un linguaggio con una forte e qualificante identità culturale, di pubblica utilità per lo sviluppo sociale ed estetico dei territori urbani, che raccontano storie di successo e di valore”.
Una ricerca del 2016 dell’Università Cattolica di Milano ha stimato che un murale realizzato da un famoso street artist può aumentare anche del 20% il valore commerciale dell’immobile.
Negli ultimi anni sempre più amministrazioni pubbliche utilizzano questa forma d’arte “effimera, pubblica, accessibile a tutti e in perpetua evoluzione perché allineata ai mutamenti urbanistici, socio-demografici culturali in atto” (di nuovo Luca Rossetti da Gli Stati Generali 2019) come strumento per riqualificare parti di città o rivitalizzare piccoli borghi.
Soprattutto nei piccoli borghi, al centro in questi ultimi mesi del dibattito culturale del Paese, attraverso l’Urban art si possono innescare fenomeni di rigenerazione e valorizzazione. Metamorfosi Quotidiane vuole farvi conoscere tre piccoli borghi italiani, che hanno fatto della street art un elemento centrale per lo sviluppo e il rilancio del territorio.
Il nostro viaggio inizia a Dozza, uno dei Borghi più Belli d’Italia, in provincia di Bologna, a 3 Km dalla via Emilia, dove si pratica street art dagli anni ’60. Dozza oggi vanta quasi 200 dipinti dai contenuti più svariati (politici, paesaggistici, storici, enogastronomici, etc). Metamorfosi Quotidiane ha intervistato il sindaco, Luca Albertazzi, per raccontare come la street art è riuscita a valorizzare il borgo in termini urbanistici e turistici.
“Attraverso la Fondazione Dozza città d’Arte (https://www.fondazionedozza.it), istituita del 2003 – racconta Albertazzi – gestiamo la Biennale del Muro Dipinto, l’ideazione e realizzazione di mostre e manifestazioni culturali, e la valorizzazione e promozione turistica del Borgo. La Fondazione individua i muri su cui poi gli artisti lavorano. Il borgo è un vero è proprio museo a cielo aperto, visitabile 7 giorni su 7 insieme alla Rocca. Negli ultimi 5 anni, poi, il turismo è cresciuto del 150% grazie agli eventi che si svolgono tutto l’anno e alla messa a sistema del turismo dello street art con il turismo lento, attraverso percorsi e sentieri che permettono di conoscere anche il territorio che circonda Dozza. Un’intuizione che ha permesso a molti giovani di aprire piccole attività rimanendo sul territorio”.
Il nostro viaggio prosegue verso sud, verso Aielli, in provincia dell’Aquila. Qui siamo rapiti dai murales che ci accolgono all’ingresso dell’antico borgo storico. Dal 2016 ad Aielli si svolge il festival di Street art “Borgo Universo” (https://borgouniverso.com). Il Festival nasce attorno all’osservatorio astronomico, Torre delle Stelle, una torre risalente al XIV secolo, con l’obiettivo per creare un percorso tematico sul tema delle stelle. Il Borgo è diventato quest’anno luogo del cuore Fai.
“Un intervento di rigenerazione urbana che nasce dal basso – dice il sindaco Enzo Di Natale – che attraverso un budget modesto ci ha permesso di trasformare Aielli in un museo a cielo aperto, visitato ogni anno da artisti e turisti provenienti da tutto il mondo. Oltre ai murales sul tema astronomico nel 2018 è stato realizzato il murale di 100 mq per la trascrizione integrale di Fontamara di Silone, mentre nel 2019, nel parco giochi Angelo Vassallo, è stata trascritta l’intera Costituzione italiana”.
E per il 2020? “Nonostante il particolare momento storico il festival ci sarà, in forma ridotta e nel rispetto della normativa Covid. Un festival incentrato su tematiche nuove sviluppate da un’artista internazionale selezionato dalla direzione artistica del Festival”.
Abbiamo chiesto al sindaco come gli abitanti abbiano accolto questa iniziativa essendo coinvolti anche muri di abitazioni private: “Dopo un’iniziale diffidenza rispetto al ‘nuovo’ i cittadini si sono lasciati coinvolgere in pieno da questa iniziativa. Attorno al borgo sono nate nuove attività legate alla ricettività e al turismo, una rivitalizzazione che non ha interessato solo Aielli ma anche i comuni limitrofi. Si è generato un vero e proprio indotto economico territoriale, tanto da far conoscere il piccolo borgo di Aielli sia a livello nazionale che internazionale”.
Come Dozza anche ad Aielli, grazie ad eventi collaterali, attraverso la street art si è innescato un processo di rigenerazione urbana che ha portato effetti misurabili, agendo su quelle che Stefano Monti in Exibart 2019, chiama “infrastrutture materiali ed immateriali di una città, quali: riqualificazione dei locali in disuso, empowerment delle organizzazioni del terzo settore, creazione di un network (partnership) tra gli operatori commerciali, intermediazione tra investitori in real estate e proprietari degli immobili, etc.”.
Effetti che si registrano anche nell’ultimo centro che visitiamo: Civitacampomarano, in provincia di Campobasso, famoso nel mondo per la scritta presente su un muro dell’antico borgo “Il Molise Resiste”. In questo piccolo paese nel 2013 si è intrapreso un percorso di “abbellimento” dei muri pubblici tramite urban art, attività che nel 2016, grazie alla direttrice artistica Alice Pasquini e alla presidente della Pro loco Ilenia Carelli, si è trasformata nella manifestazione internazionale “CVTà – Street Fest” (https://www.cvtastreetfest.it). Il sindaco, Paolo Manuele, racconta come “attraverso il festival siamo riusciti non solo a rivitalizzare angoli nascosti del nostro piccolo borgo e a far conoscere il paese nel mondo, ma anche a valorizzare delle identità e delle tradizioni locali attraverso laboratori e attività collaterali che si svolgono i giorni del CVTà, diventato un vero e proprio Festival di Comunità che sta generando un indotto economico locale che coinvolge anche i comuni limitrofi. A livello architettonico, poi, il borgo si sta trasformando: è possibile riconoscere una bellissima contaminazione tra architettura storica e le forme di arte contemporanea, visibili su immobili pubblici e privati”.
In questo viaggio abbiamo visto come in questi piccoli borghi – che vi invitiamo a visitare – attraverso la street art, come ricorda la sociologa Marina Ciampi, si sia riusciti “nell’intento di strappare i luoghi all’anonimato, al rischio di diventare atopie, sancendo simbolicamente un nuovo inizio per gli abitanti, una nuova ‘storia’ e identità da condividere”.
Di Luana Di Lodovico
Pubblicato su Metamorfosi Quotidiane, www.vitrtuquotidiane.it